PRESENTAZIONE
Il farmaco equivalente (inizialmente definito “generico), è stato introdotto nel mercato farmaceutico italiano nel 1995. In questi 20 anni, ha gradualmente visto aumentare le sue prescrizioni da parte dei medici e quindi il suo utilizzo da parte dei pazienti, arrivando a percentuali di impiego superiori al 25% del totale dei farmaci di fascia A.
Nonostante questo costante aumento, l’Italia rimane uno degli ultimi paesi Europei per uso di farmaco equivalente, mentre nello stesso tempo in alcune realtà come quelle inglesi e tedesche, ha raggiunto percentuali di impiego anche superiori al 70% del totale dei farmaci salvavita. Questo ritardo italiano è dovuto essenzialmente ad una non sempre positiva percezione del farmaco equivalente da parte di medici e cittadini, per effetto di una informazione non sempre favorevole (e a volte distorta) che condiziona l’opinione pubblica.
Il farmaco generico, inoltre, può essere a tutti gli effetti, una soluzione alla scarsa aderenza dei pazienti alle terapie croniche, che costituisce un problema multidimensionale e che coinvolge, nei soli paesi industrializzati, più del 50% della popolazione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità “massimizzare l’efficacia degli interventi finalizzati a migliorare l’aderenza può avere un impatto di gran lunga maggiore sulla salute delle popolazioni di qualunque altro progresso terapeutico” (OMS 2003). Ai vantaggi in termini di efficacia e qualità dell’assistenza si aggiungono quelli relativi ai risparmi ottenibili per i sistemi sanitari. In molte patologie croniche, tra cui quelle cardiovascolari, la spesa medica è infatti significativamente più bassa per i pazienti aderenti alla terapia.
L’incontro ha l’obiettivo di affrontare queste tematiche con i principali attori del sistema socio sanitario e di analizzare le possibili soluzioni in termini organizzativi e assistenziali.